The Abandoned Planet

(pagina su Steam)

Avevo giocato alla demo di questa nuova avventura del gruppo dietro a Dexter Stardust : Adventures in Outer Space appena era stato rilasciato – e mi era piaciuto parecchio. Anche in questo caso l’ambientazione era sci-fi, ma la grafica, invece che a cartone animato, era low-res in pixel-art (cosa che apprezzo). Le meccaniche di gioco scelte era differenti dal primo gioco (non classico punta-e-clicca con personaggio che muovi nelle scene) ma un sistema a scene più o meno statiche, con movimenti direzioni on-screen. Qualcosa di più “vecchio” ancora come stile, ma funzionale, e perfetto per il gioco proposto (nonché davvero bello come colori e scene).

La demo non era cortissima, e dava già modo di scoprire che tipo di avventura avresti affrontato nel gioco completo: a causa di un problema, la tua micro astronave ti catapulta su un pianeta sconosciuto, e nell’atterraggio di fortuna si rompe rendendola inservibile. Il pianeta su cui arrivi ha una atmosfera respirabile e scopri, dopo pochissimo, che ha segni di civilizzazione: ci sono infatti statue e dispositivi, e trovi anche qualche resto umanoide. Fino ad arrivare a una vera e propria città.

Se non fosse per il fatto che la protagonista è da sola (o almeno, circa da sola), il paragone (almeno in certi momenti) con The Dig sarebbe ancora più netto, ma il punto è che la storia prende da una fantascienza classica, e le tante ambientazioni non possono che ricordare questo libro o quel film, in modo assolutamente gradevole. Il gioco, che, lo ammetto, con un po’ di aiutini ho terminato in poco più di cinque ore, merita davvero e sa lasciare a bocca aperta in più di un punto, anche per le tante scene in movimento, molte delle quali direi in rotoscope, e quindi molto cinematografiche.

Cosa non mi è piaciuto? Giusto il fatto che la narrazione è rallentata da tantissimi puzzle, che, anche se perfettamente in gioco, richiedono di segnarsi codici e sequenze, e di provare più volte alcune operazioni parecchio complicate. Tutto questo, che è ulteriormente reso difficile dal fatto che tutto è scritto in lingua aliena (numeri compresi), aiuta a calarsi in questo mondo abbandonato, ma non è troppo nelle mie corde.

Ho invece apprezzato davvero molto gli effetti sonori, la voce principale, e il finale, davvero molto da (buon) romanzo di fantascienza dell’epoca d’oro.

Se usare carta e penna (o il cellulare per scattare foto) mentre giocate non vi disturba troppo, e apprezzate le cose in pixel art, ve lo consiglio senza ulteriori riserve.

 

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