MIB3
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Difficile dire che cosa ci si poteva aspettare da questo terzo episodio del fortunato franchise di Men in Black. L’azzeccata coppia degli agenti K e J (rispettivamente Tommy Lee Jones e Will Smith) ci avevano già mostrato azione, sparatorie, combattimenti ed esplosioni, unite ad un certo gusto per l’ironia e a una bella ambientazione in cui convivevano egregiamente gli alieni da fumetti anni 50 con gli effetti speciali che solo oggi si possono portare su schermo. Il rischio era forse che, con un terzo film, ci si potesse ripetere – anche solo in parte – proponendo poco più di un mix rimescolato delle scene delle prime due pellicole (come spesso capita in queste occasioni) deludendo i tanti fan. Per fortuna questo invece non è capitato e Barry Sonnenfeld, partendo d una idea dello stesso Will Smith, è riuscito a realizzare qualcosa di abbastanza originale e di gradevole, che non sfigura affatto se confrontato con quanto già uscito.
La chiave è tutta nell’idea del viaggio del tempo (lo cito perché si vede anche nei trailer) che permette di tenere lo schema già proposto spostandolo però nell’America del 1969, e inserendo un giovane agente K (impersonato da un convincente Josh Brolini) che non si comporterà affatto come l’attuale e più anziano agente K/Jones. Sì, ci sono sparatorie e inseguimenti, azione e battute, ma come accennavo il taglio e la storia sanno distinguersi a sufficienza, supportati anche da un interessante finale che aggiunge spessore ad alcune strutture della narrazione. Non un capolavoro (ma forse non lo erano neppure gli altri film) che ha però il dono di proporre una onesta SciFi al grande pubblico riuscendo a distinguersi anche per i buoni incassi.