Brave (Ribelle)


Vi avviso subito: a me Brave è piaciuto, parecchio. Ha la struttura di una fiaba e non di un romanzo, e, ok, il duo Disney/Pixar ha prodotto opere più complesse. Ma questo non vuol dire affatto che allora Brave sia un passo indietro, o qualcosa che solo un bimbo può apprezzare.

Qui, incastrate nello splendore di una Scozia resa con una tecnica digitale strepitosa (intendo: rimarrete a bocca aperta al cinema mentre le carrellate vi mostreranno dove si svolge la scena), seguiremo le vicende della giovane principessa Merida che, in età da marito, non vuole accettare il destino impostole dal suo ruolo e dalla tradizione. Traslato, ci viene quindi mostrato il conflitto tra una giovane, che vuole decidere in autonomia del proprio futuro, e le aspettative della famiglia (che comunque l’ama) che, in una favola, vuol dire giocare con una antica leggenda, incontrare una improbabile strega che è fissata per gli orsi, ridere per i siparietti dei tre fratellini della protagonista o per gli scontri dei clan dei tre pretendenti, fino a toccare sequenze più adrenaliniche di scontri e fughe.L’essere una favola riesce a nascondere ai più giovani l’avvicinarsi alla tragedia di alcune scene, come appunto capita in questo tipo di letteratura, per cui tutto scorre velocemente verso un finale gradevole (anche se non imprevedibile), lasciando una divertita eccitazione quando tutto si risolve nel consueto happy ending, accendendo il desiderio di rivedere il tutto, al più presto, magari nella comodità del proprio salotto, dopo l’approccio più serioso del grande schermo.

Splendido il re Fergus, realistica e convincente la regina Elinor, un divertente tributo a Miyazaki la strega del bosco. Perfetti più o meno tutti gli altri personaggi, che creano spesso baraonde degne di Asterix. Bello l’insieme e la regia, anche se, come accennavo prima, la ciliegina sulla torta è l’aspetto visivo – i colori, le ambientazioni, i dettagli – che fanno sembrare vecchi capolavori appena precedenti.

Come ho già scritto altrove, potete perdervelo solo se non amate gli orsi o, più seriamente, se cercate proprio nelle trame una struttura a più livelli o ad intrecci, e non vi vedete, al cinema, a ghignare insieme a stuoli di bambini per quello che è un film intelligente sì, ma non toccante come Up o Alla ricerca di Nemo, o non più da adulti come La città incantata o Il castello errante di Howl.

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