Posts tagged: H.P. Lovecraft
Neonomicon
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Tra le tante ottime cose che ho ricevuto per Natale nell’ambito fumetti merita sicuramente una menzione speciale Neonomicon, firmata dall’eccelso Alan Moore, insieme a Jacen Burrows. Questa miniserie in Italia è uscita in un unico volumetto che narra le vicende di alcuni agenti dell’FBI che indagano su una strana sequenza di omicidi – in apparenza rituali e simili – compiute da persone senza un evidente legame tra di loro, che non si conoscevano. H. P. Lovecraft non è solo una “scusa” per una bella graphic novel soprannaturale, ma, nonostante l’ambientazione attuale, è, con il suo immaginario, lo spirito di tutto quello che c’è. Ritagliato in chiave moderna, per così dire “aggiornato” , c’è infatti parecchio di quanto conosciamo degli incubi dello scrittore di Providence, ed è grazie a questo pregresso, a questa conoscenza che già abbiamo, che in sole 160 pagine Moore riesce a consegnarci una vicenda spaventosa, emozionante, dal ritmo irregolare, e con un finale davvero bello. Non abbiamo le ambientazioni isolate e “nebbiose” dei libri originali, alcune delle chiavi della storia (sesso e droghe) sono un’elaborazione abbastanza originale di quanto sotteso nei racconti, ma tutto si appoggia davvero bene alla mitologia lovecraftiana tanto da aggiungere a questa molti spunti che credo potranno essere ulteriormente sviluppati in altre narrazioni future. Last but not least, *questo* testo è pronto per una trasposizione cinematografica (con un bravo regista e un bel po’ di soldi) non necessariamente adatta solo agli appassionati del genere. Chissà che, dopo tante cose gradevoli ma per lettori, non si riesca quindi ad avere finalmente qualcosa di “grande” – per il cinema – dedicato all’importante lavoro di questo eccezionale scrittore del novecento, dopo che tanto è stato trasposto egregiamente per altri media.
I Miti di Cthulhu a fumetti
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Anche in questo caso parlo (molto volentieri) di un regalo ricevuto per il compleanno: I Miti di Cthulhu (disegni di Alberto Breccia, testi di Lovecraft, adattati da Norberto Buscaglia). Un volume corposo, assolutamente da avere se come me siete fan del solitario di Providence, che contiene le versioni “a fumetti” (realizzate negli anni settanta) di alcuni tra i più noti racconti di H.P. Lovecraft (nello specifico La ricorrenza, La cosa sulla soglia, La maschera di Innsmouth, La città senza nome, L’orrore di Dunwich, Il richiamo di Cthulhu, Il colore che cadde dal cielo, L’abitatore del buio e Colui che sussurrava nelle tenebre).
Il colpo d’occhio può lasciare perplessi (lo stile grafico è davvero particolare, una sorta di bianco e nero che sembra ottenuto da collage ritoccati, con moltissimo testo, mai in balloon) ma basta leggere le prime due pagine per capire che la scelta è in realtà ottima. Lo stile di Lovecraft – che esce intatto dai testi proposti – si fonde perfettamente con le immagini confuse e inquietanti di Breccia, in cui le figure mostruose sono spesso poco più che macchie, sagome, adatte a suggerire più che a mostrare, e i paesaggi sembrano indistinti come ricordi, come vecchie fotografie, sbiadite dal tempo.
Un opera che può ricordare vagamente Hellboy (o il contrario – tenendo conto che le storie più vecchie presenti in questa raccolta sono state disegnate del 1973 – mentre quel fumetto di Mike Magnolia è stato creato vent’anni dopo) suggestiva e tetra, non proprio facile da trovare in libreria, ma che merita davvero.
Atomic Robo e l’ombra dal tempo ignoto
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La serie siglata Clevinger / Wegener aveva già dimostrato con le prime due uscite di essere in grado di sopportare il difficoltoso confronto con HellBoy, ma è con questo terzo volume (Atomic Robo: Shadow from Beyond Time) che raggiunge un livello di qualità davvero da primato. Sarà che tra le guest star di questo episodio c’è pure uno stralunato H.P. Lovecraft, sarà che è lovecraftiano il mostro che si muove al di là del tempo e dello spazio, sarà che le battute e le situazioni sono divertenti e brillanti, ma questo è un volumetto da leggere e rileggere più volte. Per godere dello sviluppo sci-fi della storia (per nulla banale), per sogghignare alle spacconerie del robot di Tesla in lotta con uno degli orrori del maestro di Providence e, non ultimo, per notare la cura delle tavole, e l’ottima fattura dell’oggetto in sè (per materiali e per brillantezza dei colori).