In questi giorni ho ripreso in mano il mio sito su tumblr, creato anni fa e poi dimenticato, e mentre cercavo di capire che taglio dare a questo altro mio spazio sul web, mi sono messo a fare qualche esperimento con alcune immagini di autori famosi. L’ispirazione di questo piccolo progetto è chiaramente quella dei tanti slogan che sono stati postati in giro legate a personaggi storici (una per tutte: Cristoforo Colombo: che dice “maledetto Tom Tom”) ma mi sono imposto di trattare solo autori o personaggi letterari. Al momento sto cercando di capire quale tono rende di più in un contesto del genere, e anche se credo di stare facendomi una idea delle regole del gioco non è chiaramente detto che sia riuscito a realizzare qualcosa di divertente o comunque curioso.
Così inizia un bell’articolo che parla del prossimo rilascio del nuovo standard ISO per il C++ (articolo che potete trovare qui http://www.theregister.co.uk/2011/06/11/herb_sutter_next_c_plus_plus/)
Che, nonostante Java, C# e tante altre novità, il C++ sia uno dei linguaggi più usati non può che farmi piacere. Ancora di più poi posso apprezzare che – a guardare i grafici linkati dall’articolo stesso – in realtà è il C e non il C++ il linguaggio “preferito” dagli sviluppatori. E una nuova spinta verso questa scelta (chiaramente più complessa) sembra che la stiano dando proprio i nuovi dispositivi mobile – per i quali (al momento) le performance sono una key-issue – così come la possibilità di avere codice multipiattaforma.
La scelta anche di Android di ridurre l’approccio java a fare di quello basato sull’NDK conferma almeno una apertura in questa direzione anche da parte di Google, lasciando al momento solo i dispositivi by Microsoft (se non sbaglio) non raggiungibili in nessun modo con codice “nativo”.
Un mio amico mi ha appena segnalato questo oggettino – tanto geek e quanto accattivante: inPulse. Un orologio *programmabile* in C – con un SDK. Un micro computer (arm7) con un giusto 8MB di RAM – che permette di personalizzare (con Apps) quello che si vede sul piccolo visore. Il costo? Appena meno di 150$. Chiaramente troppo per l’oggetto che è (uno smartphone entry level – con un visore più grande – più RAM e più altro probabilmente si trova per quella cifra) ma in qualche modo un sogno per chi ha vissuto gli anni 80, magari ha portato al polso un casio non tanto più grande di questo oggettino, e aveva visto potenzialità del genere solo in (pochi) telefilm di SciFi.