Category: Fumetti

KURT Comics (2)

E’ stato un po’ faticoso (non ho trovato un modo automatico di importare le strisce e alla fine le ho aggiunte nel pannello di Toocheke a mano tutte e 293) ma ora l’archivio è di nuovo completamente disponibile tramite la voce nella barra in altro. Nel caso, buona lettura :-)

KURT Comics

Dovendo, per necessità, cambiare hosting provider (iBrave, con il quale avevo fatto un contratto pluriennale nel 2021, ha detto che a novembre chiuderà i battenti), e avendo visto sulla mia pelle quanto una installazione WordPress multisite (come è quella per marcogiorgini.me) sia terrificante da spostare, sto iniziando a “compattare” e riorganizzare cose su questa parte del sito – utilizzando la barra a destra (a cui ho aggiunto i riferimenti ai libri in cui c’è qualcosa di mio) e le pagine (barra in alto).

Tra le cose che ho deciso di aggiungere qui c’è anche il contenuto di comics.marcogiorgini.me / kurtcomics.com – vittima non solo delle difficoltà incontrate per il discorso multisite ma anche (e soprattutto) della fine del supporto per comicpress-manager (il plugin con cui avevo messo in piedi la parte di visualizzazione del mio webcomic).

Il cambio da ComicPress a Toocheke richiederà un tempo indefinito – ma direi che il risultato sia simile (ed è già predisposto per potere procedere nel caso con altre strisce, se mai avessi tempo per farlo).

Se siete curiosi di dare una occhiata (o per vedere la gestione, o perché di KURT non avete semplicemente mai sentito parlare) non dovete fare altro che cliccare qui – ricordandovi solo che delle quasi 300 strisce realizzate al momento solo una trentina sono state riportate in questo nuovo spazio.

Dimentica il mio nome

Dimentica il mio nome
Pubblicato sempre dalla BAO publishing, anche quest’ultimo volume di Zerocalcare è semplicemente imperdibile. “Autobiografico” (non prendete questo aggettivo in modo troppo letterale, ma in qualche modo è così) e “fantastico” insieme, Dimentica il mio nome ci racconta qualcosa della storia della famiglia di questo autore di Rebibbia (quartiere) miscelando le atmosfere che abbiamo imparato ad amare sul blog e nei precedenti volumi, con una “storia storia”. Leggendo altre (più autorevoli) recensioni o interviste il concetto di raggiungimento della “maturità artistica” viene usato praticamente da tutti, ma la mia opinione è che Zerocalcare invece abbia avuto bisogno di evolversi (o almeno non troppo) per arrivare a Dimentica il mio nome. E questo perché questo giovane autore era già superlativo all’inizio, e i passaggi che si notano in questi cinque volumi mostrano semplicemente come sia cambiato il modo di proporsi al pubblico – passando solo ora, quando il suo stile e le sue capacità sono noti, a realizzare qualcosa di più complesso che (forse) avrebbe trovato meno spazio quando ancora non se lo era ricavato.
Che dire? Questo è secondo me l’opera migliore fino a questo momento – ma credo che sarebbe un peccato non avere a casa anche la altre precedenti (o almeno averle lette).

Topalbano (a Topolinia)

Topalbano

Dopo parecchio tempo ecco una gradita sorpresa: “Topolino e lo zio d’America“, ovvero un secondo episodio che miscela le atmosfere di Andrea Camilleri con quelle Disney (su Topolino #3067). Contrariamente da quanto capitato nella storia precedende, il cuore dell’avventura vede Topalano (il commissario di Camilleri in versione orecchiuta) ben lontano dalla sua Sicilia, perché, per aiutare il figlio della sua governante Evelina, sarà costretto a piombare, inatteso, a Topolinia. Come la volta scorsa la storia è estremamente gradevole e ben sceneggiata, portando sulle pagine del mio settimanale preferito qualcosa di memorabile (dopo, ammettiamolo, un periodo estivo in cui molte è stato sotto il livello di qualità che mi aspetto).

Rughe – Paco Roca

Rughe - Paco Roca

Rughe, pluripremiata opera dello spagnolo Francisco José Martínez Roca (più noto ai più come Paco Roca) mi è stata regalata qualche giorno fa, per il mio compleanno, ed è una di quelle graphic novel che ti rimangono un po’ dentro. Delicata ma ruvida, proposta con disegni dal tratto europeo e con colori vividi ma opachi, Rughe segue le vicende di Emilio (ex direttore di banca) che, soffrendo di Alzheimer, viene portato dal figlio in una struttura per anziani. Lì il rapporto con altri ospiti, alcuni dei quali con la stessa malattia, renderà il suo progressivo peggioramento una sorta di viaggio verso il nulla, comico e struggente insieme, dipingendo la disperazione, che si percepisce ma quasi non si vede, con i toni caldi dell’amicizia e dell’affetto. Poetico e impeccabile, da consigliare senza nessun dubbio.

Topolino n. 3000!

Topolino n. 3000
Con colpevole ritardo mi aggiungo alla lista dei tanti che festeggiano il numero 3000 di Topolino. Un numero che a me fa un po’ impressione – tenendo conto che (sparsi ormai su due case, quella dei miei e quella dove vivo ora) ho tutti i numeri dal 1200 in poi senza “buchi” e varie centinaio di numeri, non tutti consecutivi, tra il 700 e il 1200. 1800 numeri almeno quindi, che significano 1800 SETTIMANE da lettore – da quando, bimbo, ho iniziato a riempire uno scaffale che ora è sulla testa di mio fratello (intendo, di fianco al letto dove dorme, non sulla testa davvero – lo specifico, che poi non si sa mai) aggiungendo strati su strati di fumetti dalla costola gialla, che sono passati da Mondadori a Disney e che ora, sembra stanno per passare sotto l’egida della (modenese!) Panini.

Ammetto che è un dei pochi numeri che NON sono riuscito a finire di leggere in una sola sessione, ma questa volta SOLO per l’enorme numero di storie (enorme, paragonato al solito), la maggior parte delle quali, come è spesso prassi, di qualità. E ammetto anche che, mentre non ricordo il 2500, ho un ricordo “normale” del numero 2000 – ho ben presente il numero 1500 – con Topolino vestito in modo classico, con cappello e asta da parata, che sbalza sulla sovracopertina di latta che temo di avere smarrito da un bel po’. E ora inizia l’attesa per il 3500.

Topolino e la promessa del Gatto

Topolino-Montalbano

Topolino e la promessa del Gatto, ovvero Topolino, in Sicilia, incontra il personaggio più famoso creato da Andrea Camilleri. Un piccolo giallo, realizzato da Francesco Artibani (sceneggiatura) e Giorgio Cavazzano (disegni), con la supervisione di Camilleri, che vede Minnie vittima di un rapimento e Topolino allearsi (con qualche difficoltà) con il commissariato diretto da Topalbano. I personaggi di Camilleri ci sono più o meno tutti, e c’è anche il siciliano (inteso come dialetto), che ha fatto da subito da chiave stilistica nei romanzi dello scrittore di Porto Empedocle. Un capolavoro in miniatura (e non certo l’unico) di una gestione Disney che continua a giocare con il “mondo reale” intersecando le storie dei Paperi&Co con attualità, cultura e televisione. Assolutamente da leggere :-)

 

Le strade di sabbia – Paco Roca

Le strade di sabbia

Ammetto che non conoscevo Paco Roca (alias Francisco José Martínez Roca, spagnolo e quasi mio coetaneo) prima di leggere Le strade di sabbia (in Italia pubblicato da Prospero’s Books), ma quest’opera è così straordinaria che vedrò sicuramente di valutare altro delle sua produzione quanto prima.  Belli il tratto e i colori, ancora meglio la definizione dei personaggi e le ambientazioni, e ancora meglio all’ennesima potenza, la storia e il ritmo. I dialoghi, e i tempi narrativi. Un caos di situazioni, un continuo richiamare altro, sottendere altro, collegare le cose e poi scollegarle. Uno stimolo continuo a cercare chiavi di lettura e spiegazioni, in una vicenda folle e poetica, intrisa di situazioni parzialmente note, tirate da una claustrofobia kafkiana in cui ci si rifanno però gli occhi in scorci e cartoline che fanno il verso a mondi lontani, mai visti.

Davvero bello nell’insieme tanto da sperarne l’improbabile trasposizione anche a cartone animato.  Da volerlo rileggere per risentirne l’atmosfera. Da volerlo consigliare perché, davvero, merita.

Cinquemila chilometri al secondo

Ok, è vero, sembra proprio che io recensisca (o meglio, parli) quasi solo, per le cose in italiano, della Coconino Press. Il motivo non è che mi pagano per farlo (quando mai?) né che mi mandano loro copie omaggio per recensione (magari :-)…), ma solo che le loro edizioni sono piuttosto belle, ben distribuite, e piacciono a mia moglie (principale fonte di regali di questo tipo). Giacché cmq così è lei che mi sceglie le opere da gustare, capita spesso che io (ignorante quale sono) non conosca già alcuni degli autori che mi capitano tra le mani.

Spesso però questa cosa non è un grosso svantaggio, anzi. Perché non so infatti se avrei acquistato io Cinquemila chilometri al secondo (del giovane ma importante Manuele Fior, di Cesena) – tenendo conto che prediligo tematiche di genere. Perdendomi così una ottima graphic novel – dal tratto ad acquerello caldo e gradevole – con un plot leggero solo in superficie, che, raccontandoci di un amore che si sviluppa, contorcendosi, tra l’adolescenza e l’età adulta, ci dipinge quadri intensi e veri, che solleticano a più riprese la memoria e il sogno.

La storia di due amici per la pelle (Piero e Nicola) e di una ragazza (Lucy), del loro essere giovani insieme, dell’amore che nasce e che complica le cose, e dello separarsi, perché la vita è così, con Lucy che parte per la Norvegia e Piero, per seguire una passione che cresce a ritmi differenti, in Egitto. Per poi ritrovarsi, di nuovo in Italia, a distanza di anni. E in mezzo una telefonata, un momento in cui le cose iniziano a sedimentarsi, tra Oslo e l’Africa, con la voce che si sente in ritardo. Un secondo di delay, per via dei quasi cinquemila chilometri. Una poesia che diventa titolo.

Un testo da consigliare, premiato lo scorso anno in una importante competizione internazionale, con tavole delicate e mature, tutte da gustare.

I Miti di Cthulhu a fumetti

Anche in questo caso parlo (molto volentieri) di un regalo ricevuto per il compleanno: I Miti di Cthulhu (disegni di Alberto Breccia, testi di Lovecraft, adattati da Norberto Buscaglia). Un volume corposo, assolutamente da avere se come me siete fan del solitario di Providence, che contiene le versioni “a fumetti” (realizzate negli anni settanta) di alcuni tra i più noti racconti di H.P. Lovecraft (nello specifico La ricorrenza, La cosa sulla soglia, La maschera di Innsmouth, La città senza nome, L’orrore di Dunwich, Il richiamo di Cthulhu, Il colore che cadde dal cielo, L’abitatore del buio e Colui che sussurrava nelle tenebre).

Il colpo d’occhio può lasciare perplessi (lo stile grafico è davvero particolare, una sorta di bianco e nero che sembra ottenuto da collage ritoccati, con moltissimo testo, mai in balloon) ma basta leggere le prime due pagine per capire che la scelta è in realtà ottima. Lo stile di Lovecraft – che esce intatto dai testi proposti – si fonde perfettamente con le immagini confuse e inquietanti di Breccia, in cui le figure mostruose sono spesso poco più che macchie, sagome, adatte a suggerire più che a mostrare, e i paesaggi sembrano indistinti come ricordi, come vecchie fotografie, sbiadite dal tempo.

Un opera che può ricordare vagamente Hellboy (o il contrario – tenendo conto che le storie più vecchie presenti in questa raccolta sono state disegnate del 1973 – mentre quel fumetto di Mike Magnolia è stato creato vent’anni dopo) suggestiva e tetra, non proprio facile da trovare in libreria, ma che merita davvero.

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