Videogiochi a scuola (3)
Oggi pomeriggio io e Andrea Capitani abbiamo partecipato al secondo e ultimo incontro legato alla realizzazione di videogiochi nelle scuole medie Mattarella di Modena. Un incontro da un lato più informale del precedente (durante il quale una parte del tempo era stato dedicato a una vera e propria “lezione” sull’argomento) ma dall’altro molto più operativo perché l’idea era di tirare le fila dei progetti proposti, per aiutare ad impostarli (o per rifinirli).
Ma tenendo conto che dei tre progetti solo uno era stato sviluppato in modo strutturato dai partecipanti (quello investigativo ambientato a Londra, su cui avevano lavorato i ragazzi più grandi, di seconda) si è deciso di procedere dividendo la classe in due parti. In una, Andrea ha fatto da tutor ai ragazzi con il giallo inglese, aiutandoli a realizzare la prima scena con RenPy (prima di mostrare loro anche come è possibile sviluppare progetti con Defold) e in una seconda io mi sono messo invece a lavorare con i restanti ragazzi per trasformare la storia più completa che avevano proposto almeno in una primissima sceneggiatura.
Entrambi i gruppi hanno lavorato bene e con impegno e credo che entrambe le strade abbiano portato a risultati interessanti. Ed è possibile che il secondo progetto (che era di genere horror, e ambientato nella scuola stessa) possa portare almeno alla realizzazione di un piccolo trailer “live” (grazie alla professoressa di Tecnologia, che ha fatto chiaramente da padrona di casa in queste due sessioni) – se non alla fine chiaramente a un vero e proprio videogioco.
Noi attendiamo comunque una settimana per vedere cosa verrà prodotto, pronti a contribuire da remoto a qualche aggiustamento o consiglio, nel caso ce ne sia ancora bisogno.
Ah, negli ultimi quindici minuti di incontro Andrea Capitani ha mostrato una console homemade, basata su Arduino – con MaMe (la foto che vedete è stata scattata in quel momento). Molto intrigrante notare come i giochi mostrati fossero per lo più “nuovi” per i giovani studenti – tenendo conto che la maggior parte di questi è stata realizzata dieci-quindici anni prima della loro nascita e che quindi non erano tutti noti neppure in successive riedizioni.