Le Due Porte – collana Innsmouth, Delos Digital

Decisamente contento di scrivere che questo mio racconto lungo (80k battute) è da ieri disponibile – pubblicato da Delos Digital :-)

Le Due Porte - Marco Giorgini (e-book)

Un libro misterioso, due sconosciuti inquietanti e una stanza che cela segreti inimmaginabili.

Quando Matteo riceve per errore un enigmatico libro intitolato La porta della camera di V, la sua vita cambia in un istante. Due uomini minacciosi bussano alla sua porta reclamandolo, e la ricerca del volume lo trascina in un intrico di misteri legati a oggetti antichi, leggende dimenticate e una rete di segreti che attraversa il tempo.

Tra vecchi orologi, chiavi misteriose e figure dall’aria sinistra, Matteo si ritrova in un viaggio che lo porterà in una casa abbandonata e oltre… dove la realtà sembra piegarsi a regole sconosciute. Ma cosa si cela davvero dietro quelle porte? E cosa è disposto a rischiare per scoprirlo?

Marco Giorgini ci regala un thriller ricco di suspense, enigmi e colpi di scena. Le Due Porte è un’avventura che trascina il lettore in un vortice oscuro e irresistibile, fino all’ultima pagina.

Nota su FantasyMagazine

Nota su Horror Magazie

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Déjà Vu: quindici racconti rievocati – prime due recensioni :-)

…Giorgini ha inteso con questo suo volume riunire la sua produzione di maggior qualità, a vantaggio degli appassionati del genere, una opportunità che non rientra tanto nelle logiche editoriali, ma nella volontà di rappresentare una specifica testimonianza letteraria..

Renzo Montagnoli su ArteInsieme e su KULT Underground

…A ogni modo il risultato finale è di tutto rispetto: una bella raccolta piuttosto corposa dalla quale si possono intuire la mole e soprattutto la qualità delle storie prodotte dall’autore modenese negli anni, qui presentate con spirito orgogliosamente e coerentemente underground…

Arturo Caisut su scheletri.com

Cronache dal Raccordo – Gianluca Gemelli

Ricevuto in regalo dal prof. Gemelli, di ho già espresso apprezzamenti per altre sue opere, e divorato oggi, prima del rientro al lavoro, Cronache dal Raccordo è assolutamente un piccolo capolavoro – una raccolta di quindici racconti (in parte intrecciati) che ci raccontano un universo di “romanità” godibile, divertente, frizzante e surreale. Tanti piccoli quadretti che vanno dalla rapina all’incisione di un disco rock a tema religioso, passando per incidenti d’auto, cospirazioni, fumetti e cotte adolescenziali. Tutto, inclusa la potenziale vendita di un piccolo borgo nei pressi della capitale a una ditta di giocattoli giappocoreana, “sa” di Roma, di una Roma reale quanto immaginaria, piena di personaggi bellissimi che si muovono tra cibo, magia, e il Grande Raccordo Anulare. Da non perdere.

(amazon)

Personaggi bizzarri e marginali si rincorrono, traffico permettendo, mentre le loro vicende si intersecano e si completano in quindici racconti, legati tra loro a formare un romanzo corale, in cui la vera protagonista è la periferia di Roma dei giorni nostri. Paolo non può sottrarsi al doloroso appuntamento con la sua nemesi… una piscina! Chiara vuol risolvere un mistero legato agli ultimi giorni di vita di suo marito. Stefano si perde imprevedibilmente in una landa desolata che non può essere lì, eppure c’è. Nico e Cefalo progettano un’improbabile rapina, ma dopo un inseguimento ad auto ferme causa ingorgo, vengono catturati grazie a un carabiniere dotato di un super… naso. Un innocuo professore di storia sa di dover salvare il mondo da un terribile complotto di matrice indiana. Claudio e Donato, musicisti falliti, incontrano un misconosciuto mito degli anni sessanta, e la loro vita cambia, sì, ma in modo imprevedibile… Nuova edizione.

Déjà Vu: quindici racconti rievocati – primi giorni sugli store (2)

Ok, forse qualche copia è stata davvero comprata, tenendo conto che a distanza di 24 ore circa dal post precedente (in cui ero in terza posizione) ora sono in prima :-)

Probabilmente UNA copia – ma sempre meglio di zero.

Déjà Vu: quindici racconti rievocati – primi giorni sugli store

Il mio libro più recente (un’antologia di racconti già pubblicati in modo separato uscita in digitale e cartaceo il tardo pomeriggio del 31/12/2024) sta facendo il suo percorso di probabile salto nell’oblio (ci sono un milione di libri – questo non può staccarsi dal resto in nessun modo, direi) ma, intanto, i suoi primissimi passi lo posizionano in modo visibile in qualche classifica. Il dato NON indica nulla di significativo – ma è indubbiamente carino – e mi salvo le immagini per quando non ci sarà più (e non sarà neppure “circa” lì, ma neppure usando il significato più ampio possibile di “circa”).

(Déjà Vu: quindici racconti rievocati)

In the evening II

Tenendo conto di quanto alla fine mi era sembrato ok il racconto In the evening, un po’ dopo (nel gennaio del 1996…) ho scritto e pubblicato sempre su KULT Underground un “seguito”. Il personaggio principale e l’ambientazione è circa la stessa, ma qui avevo provato a costruirci sopra qualcosa di più simile a una storia – un episodio in mezzo alla vita del protagonista, indeterminato, ma dopo qualcosa di più preciso. Con l’idea eventualmente di costruirci altro. Questo secondo testo, a mio parere, è più debole del primo, perché va in una direzione differente – anche se di poco. Rimane una cosa che (rileggendola a distanza di 30 anni) mi sembra comunque più che dignitosa – ma chiaro, la mia opinione a riguardo eccetera eccetera.
Nel caso, buona lettura

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Fire Fight – Tom Wood

Durante l’anno ho alcuni momenti che considero in qualche modo affini al Natale. Tra questi ci sono anche le uscite dei nuovi libri di alcuni autori che adoro – e che scrivono storie che so mi piaceranno a prescindere. Uno di questi autori è Lee Child (il suo ultimo romanzo, In Too Deep, letto una quindicina di giorni fa, è stato ovviamente bello). E un altro è Tom Wood, conosciuto grazie alle traduzioni dei primi volumi proposte in Italia da TimeCrime, che ha pubblicato il dodicesimo volume della serie Victor l’assassino il 28/11 – meno di una settimana fa. Jack Reacher e Victor non sono simili (Reacher è un ex militare – polizia militare, mentre Victor è un assassino a pagamento)- ma si assomigliano lo stesso e i due autori (che scrivono entrambi con un nome diverso da quello dell’anagrafe, e che sono entrambi inglesi) hanno uno stile narrativo molto differente – che comunque in qualche modo si assomiglia. Sia come sia, se vi piace l’uno, io penso sia davvero facile vi piaccia anche l’altro. Tanto che, se amate il genere e non siete già fan di Tom Wood (decisamente meno noto di Child, anche solo perché scrive da molto meno tempo), vi consiglio di valutarlo – partendo però magari dall’inizio – tenendo conto che i libri hanno una progressione un po’ più definita di quella di Reacher (almeno per ora).

Oppure potere iniziare, perché no, con questo nuovo, e poi vedere se recuperare il resto o meno.

Anche perché questo Fire Fight – nuova “avventura” per il nostro assassino – è davvero bello – molto – non solo per le consuete scene d’azione o di tattica, ma anche (o soprattutto) perché riporta in scena Raven (personaggio con un legame speciale con il protagonista, qui davvero in grande forma) e almeno un’altra figura – che non vi anticiperò – con cui Victor aveva avuto a che fare parecchi libri fa. C’è anche altro del suo passato – qualcosa di più volte accennato, qui esposto in maniera diversa – e ci sono almeno un paio di scambi davvero super – inclusa una “battuta” proprio da applausi a fine di uno dei capitoli dell’ultima parte del romanzo.

Quindi, chissà, potrebbe in effetti non essere così impossibile sceglierlo come “assaggio” dell’universo di Tom Wood.

In fondo il libro #1 di Jack Reacher credo sia stato il quinto o sesto che ho letto con quel protagonista. E in nessuno dei due filoni il dubbio che il protagonista MUOIA vi verrà davvero in mente.

Ah, non so quando questo libro sarà tradotto in italiano – ma considerando che quest’anno è uscito Il Traditore (di DUE anni fa) dubito che possa arrivare molto prima della fine del 2026.

Concluso questa analisi sconclusionata con una nota curiosa: nel 2020 di Tom Wood è uscito anche un (bel) romanzo – non con Victor – che ha siglato con uno pseudonimo. Un thriller da un punto di vista femminile con un finale piuttosto carino intitolato A Knock at the Door.

Simpatico notare come la copertina dell’e-book (sotto) abbia una “piccola” differenza rispetto al cartaceo (sopra) :-)

Ma si sa che gli pseudonimi al giorno d’oggi hanno spesso una vita decisamente corta.

Fabio Trenti e il Mistero dello Yogurt Scomparso

Cercando di fare un po’ di ordine con i miei testi mi sono accorto che su questo sito non avevo un riferimento a quest’opera – assolutamente non in commercio, perché scritta per il mio amico Fabio Trenti e piena di riferimenti ad altri amici e colleghi – ma che in qualche modo è stato il mio primo romanzo “completo”. Un romanzo breve (si parla di un 80mila battute, poco più di centinaio di pagine) ma comunque un romanzo, dopo avere iniziato mille cose e, fino ad allora, portato a termine solo racconti o racconti lunghi.

Si parla di un’opera noir (il protagonista è un investigatore privato – senza un soldo – con il pallino della scrittura), dai toni comedy e che richiama in modo ironico pure temi alla Dan Brown. Una cosa curiosa: ha avuto una genesi decisamente rapida. Se fossi in grado di scrivere almeno la prima stesura a quella velocità normalmente sarei decisamente contento ma solo questo testo e Natale per Caso hanno visto un numero di pagine al giorno così alto.

Tenendo conto del numero ridottissimo di lettori – il libro è stato stampato e passato a meno di una decina di persone – difficile sapere se c’è un valore o meno in quest’opera. A me è comunque piaciuto scriverlo e lo rileggo di tanto in tanto più che volentieri. Ma è chiaro che il MIO giudizio a riguardo non ha molto valore :-)

In the evening

Questo mio racconto è stato pubblicato la prima volta su KULT Underground (che allora secondo me veniva ancora distribuito su floppy) il 25 di novembre del 1995. Mi ricordo un po’ del periodo in cui l’ho scritto – anni decisamente distanti – e mi ricordo che scrivere su KULT allora, quando c’era ancora una redazione, voleva dire anche avere la possibilità di fare due chiacchiere su quanto si pubblicava, e, su questo testo, rammento qualche scambio con il mio amico Gianluca Meassi (che non sento da secoli in effetti). A lui, questo testo, era piaciuto. E a me – che cercavo senza riuscirci davvero di replicare la forza espressiva di alcuni racconti di un tipo che avevo avuto modo di leggere su una fanzine cartacea di Torino, e che, probabilmente, avevo da poco visto al 7bis La Haine L’Odio – beh, anche a me sembrava buono. E mi sembra ok pure ora, a distanza di due vite. Chissa.

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Feria d’Arles – un piccolo punta-e-clicca in pixel art

(pagina Steam)

Relativamente breve (ma NON breve), poco costoso (in sconto ora è sotto i due euro), divertente, ben fatto e con una grafica e delle animazioni spettacolari – SE chiaramente siete amanti della pixel art – Feria d’Arles è una chicca che ci vede nei panni di Molly, una giovane decisamente intraprendente e impavida, decisa a diventare un grande toreador, partecipando a un importante torneo nella bella città di Arles, nel sud delle Francia.

Tutto è chiaramente MOLTO più complicato di come si aspetta la nostra protagonista, che dovrà girare per le strade di questa cittadina, cercando un modo di superare almeno tre ostacoli: è troppo bassa per fare il torero, non ha l’attrezzatura da torero, e, beh, è una donna – e le donne NON sono ammesse a questa competizione.

Nessuna di queste cose preoccupa troppo Molly, che determinata a perseguire il suo sogno, non avrà problemi a cercare tutte le scappatoie possibili per ottenere quello che desidera.

Il gioco, realizzato con AGS, ha una interfaccia minimale ma abbastanza classica, che renderà immediata l’interazione tra oggetti e elementi nelle scene. L’area di gioco non è enorme, ma anche qui sappiate che le cose con cui è possibile interagire, o le persone con cui è possibile dialogare, sono un buon numero – garantendo così molto di più di un’ora di gioco (io ne ho impiegate un paio per finirlo – e senza sbloccare tutti gli achievements proposti) – durante il quale vi sarà impossibile non ridere (o almeno sorridere) in vari punti, rimanendo anche a bocca aperta per lo stile e i dettagli.

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