Moon
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Uscito quattro anni prima di Oblivion, e costato duecento volte meno (“solo” 5 milioni di dollari), Moon (scritto e diretto da Duncan Jones) è un buon film di fantascienza, che omaggia in modo evidente i classici del genere (in primis 2001 – Odissea nello spazio). Con quasi un solo attore – Sam Rockwell – e un robot (che esprime emozioni più o meno tramite emoticons) Moon propone una storia consistente, e con un crescendo di ottimo livello, che non vuole (e di conseguenza non riesce) a essere mainstream. Se avete visto Oblivion, parecchio della trama vi sarà chiaro anzitempo (ma quello NON è chiaro un difetto del film…), ma anche senza il confronto con Tom Cruise e con gli effetti del film basato sulla graphic novel di Kosinski, il ritmo lento e claustrofobico di Moon, costruito intorno alle emozioni espresse dal viso un po’ folle di Sam Bell/Sam Rockwell limitano (a mio parere) il pubblico di questa perla ai soli appassionati del genere. Non necessariamente una cosa negativa, perché, consapevoli di questo, la regia e la produzione non hanno lesinato in richiami e in situazioni che (per i fan) sono tutt’altro che disprezzabili (le lucine colorate al posto di visori con un qualunque tipo di senso sono solo uno degli aspetti che non riuscirete a non notare). Ammetto, tra le poche cose realizzate fino ad ora da Duncan Jones, di avergli preferito Source Code – anche se l’operazione dietro a Moon (simile in qualche modo a quella di J.J. Abrams – che è riuscito a realizzare oggi un film anni 80 – realizzata però con budget da produzione indipendente) è assolutamente da applaudire.