Il fondamentalista riluttante
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Tratto dall’omonimo romanzo di Mohsin Hamid, e diretto dalla pluripremiata regista indiana Mira Nair, Il fondamentalista riluttante è un film interessante e ben costruito. Non è una spy story, né un thriller in senso stretto e, anche se ha come protagonista principale Riz Ahmed (che ho apprezzato nello splendido Four Lions), e vede in scena Kiefer “Bauer” Sutherland (in versione giacca cravatta e occhiali) e Liev Schreiber (di Ray Donovan, per intenderci), costruisce la narrazione con lentezza e cura, e propone pochi momenti d’azione, e solo funzionali alla storia. Storia che ci parla del pakistano Changez, del suo sogno americano che lo porterà da Lahore a Wall Street, con tanto di love story con la bella (ma complicata) Erica, e di come tutto cambierà per lui con l’11 settembre – quando l’america multietnica diventerà molto più ostile con i suoi concittadini (anche benestanti) d’aspetto arabo. E di come le cose non sono sempre come sembrano, e di come sia necessario, per il Pakistan, un “sogno pakistano”.
130 minuti di continui flashback, con tanta musica indiana (ma nessun balletto), tantissimi temi proposti, bravi attori e bella regia. Forse il finale (credo diverso dal libro) lascia un po’ perplessi (io almeno mi aspettavo qualcosa di più netto) ma complessivamente è difficile criticare questa pellicola se non, forse, per la lunghezza. Da vedere, se non vi aspettate (tenendo conto del titolo e degli attori) esplosioni e sparatorie.