Sound of my Voice
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Se non vi dispiace guardare film indipendenti, e il genere che sconfina tra la fantascienza e il thriller psicologico rientra nelle vostre corde, vi consiglio di dare una occhiata a “Sound of my Voice“, una realizzazione del 2011 scritta e diretta da Zal Batmanglij e Brit Marling che si è fatta apprezzare sia al Sundance Film Festival sia al SXSW Film Festival di quell’anno.
I protagonisti, Christopher Denham (visto in Argo) e Nicole Vicius, stanno cercando di fare un film documentario per esporre una strana setta segreta, che ruota intorno a Brit Marling (che ha spazio anche in The company you keep). Maggie (questo è l’alter ego nel film della Marling) dichiara di venire dal futuro e di stare selezionando un gruppo di persone per prepararle alle catastrofi che stanno per accadere, e vive nascosta in un luogo segreto a cui i seguaci vengono portati bendati, dopo un periodo di iniziazione esterno. I due sono riusciti ad infiltrarsi nel gruppo ma ora il contatto con la carismatica presunta time-traveller metterà in crisi le loro certezze, presentando allo spettatore un film lento ma ben strutturato, in cui l’aspetto psicologico e la tensione crescente sopperiscono senza problemi all’assoluta mancanza di effetti speciali.
Un finale non banale chiude bene una storia in cui comunque qualcosa lascia insoddisfatti – ma che fa ugualmente scattare l’applauso virtuale ai due sceneggiatori. Consigliato, se amate il genere.