Rose Madder – Stephen King
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Tra i pochi libri di Stephen King che ho avuto problemi a finire (e che quindi ho reiniziato più volte a leggere a distanza di tempo) solo Il Gioco di Gerald era stato interrotto perché, ad una prima lettura, la trama mi era sembrata poco interessante. Linsdey’s Story e Rose Madder mi avevano invece colpito subito, ma, vuoi per lo specifico periodo troppo impegnato e la loro lunghezza, vuoi per la scelta di affrontarli come tascabili in inglese, alla fine erano stati riposti nella libreria con solo un terzo delle pagine sfogliate. Linsdey’s Story (splendido) ero riuscito poi a recuperarlo mesi fa, mentre Rose Madder è stato il mio compagno di letture di questi ultimi giorni. Una storia normale interessante e molto ben scritta (una donna riesce a decidersi a lasciare il marito dopo anni di violenze fisiche e psicologiche, ma il suo consorte, poliziotto con un gran brutto carattere, la inseguirà per fargliela pagare) che si arricchisce di un elemento soprannaturale (un quadro trovato da Rose in un banco di pegni) per diventare un libro alla King dove la tensione è spesso alta, dove scorre parecchio sangue e dove il magico, questa volta, risuona di elementi particolarmente classici.
Tra i poliziotti cattivi (che nei libri di King non sono necessariamente una rarità) il marito di Rose merita un posto alto in classifica: una personalità molto ben descritta, una prestanza fisica che si trasforma in brutale violenza, e una progressiva follia, mista a una lucida capacità di pianificazione, lo faranno ricordare a lungo.