Army of Darkness
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Approfittando di qualche giorno di ferie mi sono concesso qualche piccolo piacere: fare parecchie camminate all’aria aperta, iniziare per la quarta volta un bel libro che però non avevo mai avuto modo di finire, e riguardare qualche classico che volevo rigustare con gli occhi di oggi, dopo averlo apprezzato con gli occhi degli anni novanta. E in quest’ultima categoria è finito Army of Darkness, terzo capitolo del franchise Evil Dead by Sam Raimi, che vede in scena un Bruce Campbell in splendida forma.
I miei ricordi su questo horror surreale, che ha il Necronomicon come elemento chiave, erano abbastanza confusi e si limitavano a qualche scena e ai punti fondamentali della trama. E forse anche per questo, rivederlo ora mi ha lasciato perplesso sotto più di un aspetto. Alcuni effetti speciali sono a livello dei Titani degli anni 80 (questo film è del decennio successivo) e pur essendo la trama godibile e con un impianto adeguato, l’impressione che il ritmo sia spesso sbagliato è piuttosto alta. Rimane apprezzabile, sia chiaro, ma, almeno secondo me, risente degli anni che ha molto più di altre pellicole.
Molto gradevole è invece il vedere Sam Axe (di Burn Notice) con parecchi chili in meno, con i capelli più scuri, e con, yeah, una motosega al posto di una mano. Sì, inutile negarlo, alcuni attori mantengono pezzi di vecchi ruoli in tutto quello che fanno successivamente. Oppure alcuni ruoli sono davvero ritagliati sugli attori a cui vengono affidati.