Ray Donovan

Ray Donovan
Se vi piacciono le storie forti, sappiate che da poco è iniziato un nuovo serial prodotto da Showtime (quella di Dexter per intenderci)  intitolato Ray Donovan, che ha subito mostrato i muscoli già dalle prime battute. Ray è uno specialista, chiamato dai ricchi di Hollywood quando hanno dei grossi problemi da risolvere, che si muove con la sua squadra spesso al di là del lecito. Ha vari fratelli (e, scoprirà, anche un fratellastro), ognuno con la sua dose di peculiarità, una moglie, due figli, e un padre appena uscito di prigione con il quale non vorrebbe avere più nulla a che fare. E una ex cliente un po’ troppo affezionata. E un cliente attuale non proprio contento dei suoi servizi.

Una storia che ricorda (come ritmo e tinte) Luther, e che è ben sorretta dal carisma di Liev Schreiber (nei panni di Ray) e di Jon Voight (nei panni di Mickey, il padre di Ray) – attori che (se avete seguito un mio consiglio di qualche tempo fa, avrete anche già visti insieme in The Manchurian Candidate). Un noir atipico, con un protagonista che vorrebbe essere freddo, ma che si ritrova continuamente a minacciare (o picchiare) persone in preda all’ira. Una storia famigliare che sembra quasi una storia di mafia, per chi ama l’azione, ma solo quando è collegata ad una narrazione solida quanto (in questo caso) disperata. Ah, l’autore dietro a Ray Donovan è Ann Biderman – lo stesso di Southland.

Se vi ho incuriosito vi invito a leggere una recensione migliore e più dettagliata della mia a questo indirizzo.

Odd Thomas

Odd Thomas
Quando ho saputo che avevano fatto un film basato su Odd Thomas di Dean Koontz ho trattenuto a stento un sorriso. Il libro mi è piaciuto (e adoro l’autore) ma mi sono chiesto subito cosa ne poteva venire fuori, e, soprattutto, come avrebbero fatto con Elvis. Insomma, ero preparato a una trasposizione appena passabile, spinta dall’enorme successo che questo personaggio (presente in una serie di romanzi, dopo il fortunato esordio) aveva avuto all’estero. Ma quanto Stephen Sommers (regista noto per La Mummia o Van Helsing) ha portato sul grande schermo è in effetti davvero notevole, tanto da avere il plauso – questo l’ho letto dopo la visione – anche dell’autore, di norma piuttosto ostile a questo tipo di passaggio.  Read more »

Perception – season 2

Perception
Tra le interessanti riprese di questo periodo segnalo anche l’inizio della seconda stagione di Perceptioncrime drama che vede come protagonista Daniel Pierce (alias Erick McCormack), ovvero un neuropsichiatra (e professore universitario) con evidenti problemi mentali. Le sue conoscenze (come abbiamo avuto modo di scoprire l’anno scorso) lo rendono un utile aiuto per l’FBI (!) ma non tutte le persone a cui si rivolge quotidianamente sono reali – in primis la sua migliore amica, Natalie Vincent / Caroline Newsome (interpretata dall’affascinante Kelly Rowan di The O.C.). Dopo il bel finale della season one questa serie prosegue con una bella puntata (in cui vediamo anche in scena Scott Wolf, di V) che sembra far sperare bene per il proseguimento di questo serial.

ShadowGun – OUYA

Shadowgun
Nel caso vi interessi, questo è il primo gioco che ho comprato per OUYA: ShadowGun (4,99$). E vi confermo che (al momento) è quello che spreme di più la potenza di questa piccola console. Ad occhio (da quel che mi dice un mio amico più esperto di me in questo genere di cose) si piazza tra PS2 e PS3 come qualità di gioco e grafica, anche se il mio parere (probabilmente a causa dell’HD e del fatto che la mia OUYA è collegata ad un monitor e non ad un TV) è che sia visivamente sopra qualunque gioco Ps2 abbia provato. Nel caso siate curiosi questa è una delle recensioni che ci sono in giro. Ah, per la cronaca, il tutto gira fluido e tranquillo (anche se non ho l’occhio per capire se si parla di 30 o 60 fps).

In miei complimenti alla Madfinger e (da giocatore) mi auguro che arrivino presto altre cose di questa qualità. Come developer sono un po’ meno contento :-) (questi giocano in un’altra lega) ma l’idea alla fine è che i bei giochi (e i giocatori contenti) siano l’unica cosa importante – e che una barra più alta deve ispirare più che spaventare.

Under the Dome

Under the Dome
Forse non tutti voi lo sapete, ma due giorni fa è iniziata una nuova serie TV, basata sul romanzo Under the Dome di Stephen King. Sceneggiata da Brian K. Vaughan (uno di quelli dietro a Lost, giusto per darvi una idea) e con Barbie interpretato da quel Mike Vogel che abbiamo apprezzato in Bates Motel, apre le danze (come nel libro) con la segregazione di Chester’s Mill dal resto del mondo, ad opera di una cupola invisibile apparsa all’improvviso. Read more »

The (big) day of the (small) OUYA!

OUYA!
E così ieri è stato il giorno di lancio della OUYA – piccola (in dimensioni e prezzo) console basata su Android che ho avuto il piacere di supportare quando il coraggioso progetto è sbarcato su KickStarter quasi un anno fa. Non tutto è andato per il meglio, bisogna ammetterlo, e da quel che sembra parecchi backers hanno visto il prodotto nei negozi prima di avere quello che avrebbero dovuto ricevere in anteprima. E poi c’è stato qualche episodio curioso all’E3, e parecchia pubblicità nel migliore dei casi poco positiva su tante riviste di settore (questo almeno ad inizio anno). Read more »

Rose Madder – Stephen King

Rose madder - Stephen King
Tra i pochi libri di Stephen King che ho avuto problemi a finire (e che quindi ho reiniziato più volte a leggere a distanza di tempo) solo Il Gioco di Gerald era stato interrotto perché, ad una prima lettura, la trama mi era sembrata poco interessante. Linsdey’s Story e Rose Madder mi avevano invece colpito subito, ma, vuoi per lo specifico periodo troppo impegnato e la loro lunghezza, vuoi per la scelta di affrontarli come tascabili in inglese, alla fine erano stati riposti nella libreria con solo un terzo delle pagine sfogliate. Read more »

Army of Darkness

Army of darkness
Approfittando di qualche giorno di ferie mi sono concesso qualche piccolo piacere: fare parecchie camminate all’aria aperta, iniziare per la quarta volta un bel libro che però non avevo mai avuto modo di finire, e riguardare qualche classico che volevo rigustare con gli occhi di oggi, dopo averlo apprezzato con gli occhi degli anni novanta. E in quest’ultima categoria è finito Army of Darkness, terzo capitolo del franchise Evil Dead by Sam Raimi, che vede in scena un Bruce Campbell in splendida forma. Read more »

The Manchurian Candidate

The manchurian candidate
Se in questo periodo estivo avete voglia di recuperare qualche film che magari vi è sfuggito all’uscita, considerate di dare una occhiata a The Manchurian Candidate (intendo nello specifico il remake del 2004). Una parata di stelle per questa seconda versione cinematografica del best seller di Richard Condon, scritto nel 1959, e proposto sul grande schermo (più fedelmente) la prima volta nel 1962. Non vi starò a raccontare la trama (che probabilmente almeno in parte è facile che conosciate – tenendo conto che Candidato Manciuriano è entrato poi nel lessico comune) ma vi confermo che l’ottimo giudizio della critica su Rotten Tomatoes nasconde appena qualche incertezza nello script, ed esalta (giustamente) non solo le buone performance dei protagonisti – Denzel Washington, Liev Schreiber e Meryl Streep in primis – ma anche quel brivido che questa pellicola riesce a trasmettere pur nell’attualizzazione di una storia pensata ai tempi della guerra fredda.

Ah, una nota di colore: nel cast è presente anche l’affascinante mamma di Norman Bates in Bates Hotel, ovvero Vera Farmiga (qui, nei panni di Jocelyn Jordan, ex fiamma del candidato vice-presidente Raymond Prentiss Shaw).

152 and counting…

Get To Tha Choppa
Mentre la data del lancio ufficiale della OUYA si avvicina, le applicazioni (o meglio i GIOCHI) disponibili sullo store aumentano di giorno in giorno, e ad oggi, si parla di 152 elementi, molti dei quali interessanti, alcuni dei quali decisamente belli e divertenti (la premessa è però la solita: non aspettatevi qualcosa simile ai titoli AAA di console cur/next gen tradizionali). E tra quelli aggiunti di recente ce n’è uno che (dalla grafica) mi era sembrato quantomeno improbabile, ma che aveva già avuto spazio e una certa fortuna anche sul market XBox Indie Games: Get To Tha Choppa (by So So Dev). Beh, non c’è molto da dire: la mia prima impressione era chiaramente sbagliata, e questo gioco merita di essere provato perché è semplicemente perfetto. Un qualcosa di easy to learn, difficult to master, che si presta a farvi passare un po’ di tempo a pigiare freneticamente sul vostro controller, cercando di evitare la fine prematura del vostro alter ego, inseguito (e circondato) da zombie tutt’altro che simpatici. E che vi terrà incollati allo schemo molto di più di quello che potreste preventivare. Anche in questo caso, complimenti al team che l’ha realizzato :-)

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