NonNonBâ. Storie di fantasmi giapponesi

More about NonNonBaAnche il secondo dei fumetti che mi hanno regalato per il compleanno è di un autore giapponese. In questo caso si parla di Shigeru Mizuki, personaggio importante anche se, credo, meno noto rispetto a Taniguchi, considerato uno dei maestri del genere soprannaturale che vede coprotagonisti i Yōkai, “fantasmi” o “mostri” del folklore nipponico. Proposto dalla Rizzoli Lizard con le tavole non girate (il volume va letto da destra a sinistra, come è stato concepito dall’autore, quindi al contrario di come siamo abituati noi a leggerlo) ci offre un bello sguardo del Giappone rurale degli anni trenta. Una sorta di autobiografia “fantastica” dell’allora giovane disegnatore, alle prese con un’anziana NonNonBa (una specie di tata) che in parte gli descrive, e in parte gli spiega, la natura soprannaturale che si muove tutto intorno a lui. E questo vivere tra la fantasia, la magia e la realtà, si interseca con il quotidiano: le risse continue tra ragazzi, la situazione in famiglia (con problemi economici e con un rapporto amorevole ma complesso dei genitori), un primo amore che non potrà proseguire.

Il ritmo è a volte lento e discontinuo – alla fine abbiamo davanti quasi un diario quindi non tutto capita con l’incedere che siamo abituati ad apprezzare in altre opere – ma il libro è complessivamente davvero molto bello e interessante. Il costruire e la costruzione stessa di questo spaccato storico-culturale fa riflettere e cattura, e non si può non rimanere stupiti dalla complessità del soprannaturale giapponese, di cui ammetto di sapere quasi solo quanto ho visto nei film. Non un opera particolarmente economica (costa 22 euro a prezzo pieno), ma si parla comunque di più di 400 pagine, per cui (se vi piace il genere) vi invito a valutarlo.

Un cielo radioso – Jirō Taniguchi

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Anche quest’anno una parte dei miei regali di compleanno è stata composta da fumetti. E il primo di cui vi voglio parlare è Un cielo radioso, di Jiro Taniguchi, edito dalla “solita” Coconino Press. Di questo grande mangaka giapponese avevo già avuto il piacere di leggere In una lontana città (un capolavoro) e devo ammettere che quest’altra opera (successiva) non è all’altezza della precedente. Ma questo non vuole affatto dire che non si parli comunque di qualcosa di interessante e molto gradevole da leggere, con una bella regia, e con un registro di alto livello sotto molti aspetti.

Tutto parte da un incidente, causato dalla stanchezza, tra un furgone e una moto. Kazuhiro Kubota, alla guida del mezzo più pesante, perde il controllo del suo veicolo e investe il più giovane Takuya Onodera, facendolo volare sull’asfalto. L’esito di questo scontro è la morte in ospedale di Kazuhiro, sposato e padre della piccola Tomoni, ma qualcosa di “magico” capita nel momento della sua dipartita, perché all’uscita dal coma di Takuya, non c’è (solo) la sua coscienza/anima nel suo corpo. Kazuhiro è in qualche modo riuscito a rimanere tra i vivi, anche se solo per un po’ di tempo, e quest’opera ci racconta di questa fase d’intermezzo, in cui quest’uomo cercherà di lasciare i suoi cari in un modo migliore, “sfruttando” il corpo di Takuya, facendo “crescere” spiritualmente anche quest’ultimo.

Delicato, ma concreto, Taniguchi riesce a non essere “stucchevole” in una storia alla Ghost in cui l’amore, i rimpianti e la consapevolezza del peso delle nostre scelte sono lo scheletro per una bella fiaba moderna, che ci porterà sicuramente a qualche riflessione interiore. Non indimenticabile, ma notevole. E quindi da consigliare.

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