Heat Wave

Credo che a tutti sia capitato di vedere un film tratto da un libro. E può anche essere capitato a qualcuno di leggere un libro derivato dalla sceneggiatura di un film (come Willow, giusto per citare il primo che mi viene in mente). Ma in questo caso, con Heat Wave, si va oltre, e parecchio. Perché qui si parla di un leggere un libro *scritto* da un personaggio di un telefilm. Un libro cioè che esiste (almeno inizialmente) SOLO dentro ad una fiction (Castle), scritto dal protagonista della stessa (Richard Castle). Un libro che fa *parte* della trama del telefilm (è il primo della nuova serie che l’autore scrive quando decide di imporre la propria presenza alla polizia di New York per seguirne i casi di omicidio, ispirato alla figura “reale” di Kate Beckett). Un libro quindi che propone una versione alternativa della squadra omicidi, in cui l’affascinante ma seria Beckett diventa la bella e disinibita Nikki Heat, e in cui l’autore (famoso autore di Thriller) ha Jameson Rook (famoso giornalista) come alter-ego. L’ambientazione è la stessa che vediamo in TV (New York, squadra omicidi, con un estroso esterno che segue le vicende per scriverne), e la storia ha la stessa struttura (si inizia con un omicidio, si finisce con il colpevole scoperto e arrestato). Quello che cambia è (un po’) il lessico dei personaggi e alcune delle scene a disposizione. Come si intuiva da quello che i personaggi dicono nella serie TV (e da quello che potevamo già capire anche dal titolo) qui qualche scena “bollente” c’è. Nulla di hard, nulla da tenere fuori dalla portata dei bambini. Ma abbastanza per sogghignare pensando a Beckett che legge di Heat di nascosto, un po’ vergognandosi, un po’ colpita dalla cosa. E’ un giallo/thriller che cambierà la storia del genere? No, assolutamente no. La struttura non è male, ma (almeno in italiano) sembra un po’ tirato via – come stile. E alla fine è “solo” una puntata in più della serie. Ma se la domanda è “lo consigli a qualcuno che apprezza Castle”, beh, in quel caso la risposta è assolutamente sì. La New York che si trova in queste pagine è gradevole, i personaggi sono simili ma non uguali, e non possiamo, da fan, non gradire della buona fan-fiction – scritta in questo caso all’interno della storia vera e propria. Ci sarebbe quasi da chiedersi se mai uscirà un libro firmato Jameson Rook – ma intanto possiamo gongolare un po’ sapendo che, nel caso ce ne venisse voglia, e potrebbe capitare, sono già disponibili (credo) altri due titoli by Richard Castle: Naked Heat e Heat Rises.

Ah – se qualcuno sa chi c’è dietro al nom-de-plume sarei contento me lo dicesse :-) – anche se forse è probabile che, come per la sceneggiatura direi, ci sia la mano di più di una persona.

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