Povere nullità
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La Coconino Press / Fandango ci propone nel suo recente catalogo una coppia di francesi di tutto rispetto (Baru, alias Hervé Baruléa, insieme al noto scrittore Pierre Pelot) per un’opera davvero intensa: Povere nullità. Una storia breve e dura, tragicamente (quasi) plausibile, in cui troviamo personaggi a perdere, che si muovono in un piccolo paese, simile a tanti. Uno di quei posti, per intenderci, che solletica memorie e timori, che richiama cose che sappiamo avere almeno intravisto da qualche parte, di cui abbiamo, putroppo, letto a volte sui giornali.
E se tutto inizia con qualche ragazzino che tormenta una anziana, che non ha il bagno in casa, e tutto finisce con il figlio, grande, di questa anziana che le monta un lucchetto sul bagno esterno, in modo che sia più tranquilla quando lo usa, ciò che c’è nel mezzo è un circo, un passaggio, in cui un bambino disabile si perde, un orfano, ormai grande, si rende conto che il suo odio per chi lo ha cresciuto in istituto non si è mai sopito, e qualcuno crede di aver visto gli alieni. Tutto passando per quell’orrore del quotidiano e delle vite al margine, che saprà colpire il lettore, nel modo in cui solo l’Arte, con la A maiuscola, riesce davvero fare.
Un opera davvero bella, arricchita da un tratto ambiguo ma senza incertezze, che sorregge egregiamente personaggi e ambientazioni.