Acqua in bocca – Carlo Lucarelli + Andrea Camilleri

Acqua in bocca

Acqua in bocca

Minimum Fax è riuscita a proporre agli appassionati un piccolo sogno, una di quelle cose a cui giusto pensi quando esplori i limiti del possibile, letterariamente parlando. Ha permesso di realizzare una sorta di fan fiction, ma con gli autori veri. Ha messo su carta una sfida, un gioco, che due maestri italiani (Camilleri e Lucarelli) hanno accettato di svolgere un po’ per noi, loro fedeli lettori, e un po’ anche per i loro personaggi. Facendoli incontrare in quel non luogo che un libro in effetti è, e rendendoli complici di una storia strana e appena un po’ improbabile, che parte con un cadavere con un pesce in bocca, e termina con un ultimo scambio di prelibatezze, tra la Sicilia e Bologna.

E che la vicenda, costruita su scambi più o meno epistolari tra Salvo Montalbano e Grazia Negro, sia una chicca da divorare in un’oretta è una cosa che non va neppure discussa. Ma il bello, il grande, di questo esperimento, al di là del valore dell’istanza-libro, è l’immaginarsi i due autori costruire pian piano lo schema, la mappa, in cinque anni, con calma e tante pause, durante le quali i loro due particolari tutori dell’ordine hanno saputo ricamare dettagli, interpretando il loro ruolo, in un ruolo misto, ibrido, che è il loro, e nello stesso tempo non lo è. Una costruzione su una costruzione. Un gioco di ruolo con due master. Un bel momento, che cresce e diventa meta-letterario, assolutamente da leggere e spulciare. Immaginandosi che altre coppie possano riprovare la cosa, portando altri nostri eroi di carta da qualche parte insieme, come già capita, a volte, del resto con i personaggi di tante serie a fumetti.

 P.S. lo dico senza tema di rovinarvi nulla: c’è pure un capitolo con Coliandro… peccato – tenendo conto che è Salvo che si è spostato al nord – che non siano passati anche Camilla Cagliostri o il commissario Cataldo.

Quacklight – Vampiri fascinosi a Paperopoli

Quacklight

Quacklight

Leggo Topolino da sempre, e sono un abbonato da un discreto numero di anni (più o meno da quando questo giornalino ho iniziato a comprare io, al posto dei miei genitori…) e non di rado capita che qualche storia sia particolarmente sopra le altre come qualità, oppure che, al di là di ogni considerazione di “merito”, semplicemente mi colpisca, parecchio, per qualche motivo.

E, yes, nel numero 2849, il “pezzo” d’apertura (“Quacklight – Vampiri fascinosi a Paperopoli” – del duo Roberto Gagnor e Giorgio Cavazzano) beh, è semplicemente imperdibile. Una parodia brillante e “spietata”, un capolavoro, godibile direi anche per chi non ha letto la saga di Stephanie Meyer e non ha visto i film, a patto di avere amici o conoscenti chiacchieroni che invece l’hanno fatto.

Scoundrels

Scoundrels

Se avete voglia di guardare un bel serial leggero, in cui ritrovare una miriade di facce note, beh, vi consiglio di dare una chance a Scoundrels. Nuova produzione ABC, basato su una serie neozelandese che non conoscevo (credo di non conoscere nessuna serie neozelandese, in effetti), che segue le gesta di una famiglia con una tradizione di piccoli crimini (mai droga, mai violenza, o almeno questa sarebbe la loro regola), il cui capofamiglia “Wolf” (David James Elliott) inaspettatamente finisce alla fine in carcere, condannato a cinque anni.

La moglie, Cheryl (alias Virginia Madsen), con tre figli grandi da gestire, scossa da questa situazione (si aspettavano una detenzione di pochi mesi), e stanca del continuo contatto con la polizia locale, decide di dare una svolta alla vita della famiglia, imponendo a tutti una vita onesta. Ma questo non sarà troppo apprezzato nè da Wolf, nè dal sergente Mack (Carlos Bernand, più noto come Tony Almeida di 24), con tutte le conseguenze del caso. I due episodi trasmessi fino a oggi sono abbastanza divertenti, e i personaggi (anche se incapsulati un po’ in ruoli da macchietta) promettono una certa complessità. Vedremo se questo sarà abbastanza perché la cosa non chiuda dopo qualche altro episodio.

Ah, giusto per cronaca, tra i tanti personaggi che ci fa piacere rivedere possiamo citare l’ex 4400 Patrick Flueger (nel doppio ruolo di Logan e dell’irriconoscibile Cal) e la bella Dina Meyer (che abbiamo avuto modo di apprezzare in parecchie serie, anche solo in questi ultimi anni)

Modena Fantasy 2010 – considerazioni

Foto by Francesca Angelinelli

Una piccola premessa: di questa interessante manifestazione sono stato uno spettatore privilegiato. Privilegiato perché si è tenuta a Modena, la mia città, e in centro, quindi vicino a dove abito. E privilegiato perché, grazie all’amicizia con Cecilia Randall e suo marito, ho avuto l’enorme piacere di poter partecipare ad una sorta di mini-cena di chiusura evento (a base di gnocco, tigelle e lambrusco, come è giusto che sia, in zona), cosa che mi ha permesso di parlare con una parte degli organizzatori e degli autori presenti a questa due giorni di festival.

Della manifestazione in quanto tale non dirò molto – ci sono davvero moltissime foto a disposizione sul web, e anche qualche filmato, tra cui uno corposo dell’incontro clou della manifestazione, quello con Alan D. Altieri – se non che la benedizione del bel tempo ha avuto come contralto il sole a picco, e che un pizzico di pubblicità in più avrebbe probabilmente trasformato già questa prima edizione in quel caos di persone che questi eventi vogliono e possono essere.

Sul resto, beh, non posso che fare tanto di cappello a Iannucci (di MondoLibri) e Fantini, coadiuvati dall’ottimo Alfonso Zabro (di FantasyMagazine, presente comunque ANCHE come autore) e a quanti altri si sono prodigati per riempire la lunga piazza XX Settembre (che per scelta del comune sembra troppo vuota, quando non ci sono cose di questo tipo) di stand e gente. Io ho avuto il piacere di girare ed ascoltare, con qualche amico che si è proposto con un romanzo sotto braccio ad una delle case editrici presenti (perché c’erano case editrici, oltre che scrittori, illustratori e miniature, e queste, chissà mai che siano le occasioni giuste per provare a farsi notare), qualche altro che è passato, con bimbi a seguito, per assistere a qualche presentazione e conoscere (o almeno vedere di persona) questo o quell’autore, e qualcun altro ancora che è solo venuto a cercare gli spadoni medioevali (che però, ahimè, non c’erano…).

Io, lo ammetto, ho solo giracchiato tra le postazioni, per ascoltare. Perché le fiere sono posti strani (con KULT nei primi dieci anni ne abbiamo davvero fatte tante, troppe forse) e il bello, per me, è vedere cosa succede, che dinamiche si formano, che alchimie, tra chi è dietro al banco, o sopra un palco, e chi è dall’altro lato, svogliato o incuriosito che sia.

Per poi vedere queste meccaniche, composte in due lunghe giornate all’aria aperta, cristallizzate nei commenti, nei racconti, nelle parole quasi emozionate della gradevole compagnia serale.

Tra la ventina di persone presenti, non contando ovviamente mia moglie, Cecilia e Lorenzo, la modenese Francesca Poggioli (autrice) e Simonetta (maesta e illustratrice), avevo già avuto il piacere di parlare in passato solo con l’autore de Il mondo delle Radici, Alessio Gallerani (ad un incontro che ho tenuto sull’editoria web ormai millenni fa).

È stato perciò doppiamente gradevole potere scambiare commenti (letterari, tecnici o anche solo enogastronomici che fossero) con Francesca Angelinelli (Kizu no Kuma, per citare giusto uno delle sue opere), Paola Boni (La saga di Amon), Francesca Resta (illustratice), Sandro Paganotti, e  Michela Battocchio e Edoardo Valsesia (di Asengard Edizioni)

Un posto più ampio nella mia scarsa memoria (non fosse altro che per quantità di chiacchiere scambiate, agevolate dalla disposizione a tavola) meritano poi il già citato Alfonso Zambro con Elisa Rava, e Davide Zaramella con Valentina Vecchiato.

Che dire? Di tutti è stato gradevole percepire l’entusiasmo, la volontà di portare avanti una attività o anche solo una passione, e la gioia del riuscire a farlo circondati da gente in qualche modo affine.

Un bel momento, la sera intendo, chiosa perfetta di un evento, il Modena Festival 2010, che ancora una volta ha portato a Modena una porzione di un Italia di cui è lecito, e doveroso, essere orgogliosi.

Povere nullità

Povere nullità

 

La Coconino PressFandango ci propone nel suo recente catalogo una coppia di francesi di tutto rispetto (Baru, alias Hervé Baruléa, insieme al noto scrittore Pierre Pelot) per un’opera davvero intensa: Povere nullità. Una storia breve e dura, tragicamente (quasi) plausibile, in cui troviamo personaggi a perdere, che si muovono in un piccolo paese, simile a tanti. Uno di quei posti, per intenderci, che solletica memorie e timori, che richiama cose che sappiamo avere almeno intravisto da qualche parte, di cui abbiamo, putroppo, letto a volte sui giornali.

E se tutto inizia con qualche ragazzino che tormenta una anziana, che non ha il bagno in casa, e tutto finisce con il figlio, grande, di questa anziana che le monta un lucchetto sul bagno esterno, in modo che sia più tranquilla quando lo usa, ciò che c’è nel mezzo è un circo, un passaggio, in cui un bambino disabile si perde, un orfano, ormai grande, si rende conto che il suo odio per chi lo ha cresciuto in istituto non si è mai sopito, e qualcuno crede di aver visto gli alieni. Tutto passando per quell’orrore del quotidiano e delle vite al margine, che saprà colpire il lettore, nel modo in cui solo l’Arte, con la A maiuscola, riesce davvero fare.

Un opera davvero bella, arricchita da un tratto ambiguo ma senza incertezze, che sorregge egregiamente personaggi e ambientazioni.

Modena Fantasy 2010

Modena Fantasy 2010

Modena Fantasy 2010

Lo sapevate che domani e sabato a Modena, si terrà il Modena Fantasy 2010? E che, giusto per gradire, l’ospite d’onore della manifestazione è ALAN D. ALTIERI (il tutto maiuscolo è d’obbligo)?
L’elenco degli autori presenti è poi lunghissimo: Alfonso Zarbo, Francesca Angelinelli, Miki Monticelli, Fabrizio Valenza, Cecilia Randall, Fabio Cicolani, Marco Davide, Thomas Mazzantini, Alessio Gallerani, Filomena Cecere, Gabriella Mariani, Valentina Capaldi, Demetrio Priolo, Arianna Formentin, Paola Boni, Luca Tarenzi, Manuela D’amore, Antonio Cinti, Alessia Mainardi, Ilaria Trombi, GianAndrea Siccardi, Alice Montanaro e Mauro Fantini.
Che dire? Un appuntamento di rilievo assolutamente nazionale che, se riesce a resistere alle possibili intemperanze del tempo, mi auguro possa davvero dare soddisfazione agli organizzatori.

Per tutte le altre informazioni (compreso il programma completo) vi rimando al sito ufficiale dell’iniziativa:  www.modenafantasy.com

Non è un paese per fessi

Ok, questo è il terzo corto che vedo, del Nonantola Film Festival 2010, ed è il terzo corto che mi piace. Le Ancelle Sbronze di San Vincenzo non avranno vinto un premio, ma forse perché la competizione era davvero agguerrita. Il loro Non è un paese per fessi è gradevole, girato bene, ha una buona regia e degli attori che riescono a cavarsela egregiamente, in uno script agile e senza falle, che sa gestire il genere con suggestioni ed ironia.

Davvero una cosa simpatica – che mi sento di consigliare a tutti, anche a quelli che, il Western, proprio non riescono ad apprezzarlo.

Shutter Island – Ascari + Riccadonna

Shutter Island

Alla fine, dopo un caotico ritardo, sono riuscito anche io a comprarne una copia e a gustarmelo, dalla prima all’ultima pagina. Prima l’attesa del film di Scorsese, con la “scusa” di non volermi rovinare il finale, poi l’esitazione alla Feltrinelli, per questo o quel motivo. Per poi preferire IBS – come store – per potere, finalmente, avere questa seconda opera di Ascari (qui con sceneggiatura e lettering) / Riccadonna da aggiungere alla mia mini-libreria di fumetti & Graphic Novel.
Che dire? La storia di Dennis Lehane (uscita in Italia con il titolo “L’isola della paura“) è un capolavoro, e questa (per me) seconda trasposizione ne esalta vari aspetti, in modo diverso rispetto al film. Forse qui è la vicenda che fa da padrona, rispetto all’interiorità dei protagonisti, ma le tavole e i dialoghi riportano e richiamano sensazioni e claustrofobia. Concedendo molto, sotto l’aspetto visivo, soprattutto nei momenti onirici che qui mi sono sembrati potenti ed emozionanti, e aggregando, in poche frasi, complessi passaggi mentali, che sono poi lo scheletro forte di questa vicenda.

Se avete amato David, sappiate che qui ritroverete assonanze visuali con parte di quei personaggi, ma che il contesto e le scelte stilistiche sono abbastanza diverse da ridurre questa caratteristica giusto ad un breve Deja Vu. Certo è che, qui, non c’è Di Caprio e che, per forza di cose, il fatto di avere condensato una storia così complessa in (relativamente) poche tavole, pur celebrando la capacità (non certo in dubbio) dello sceneggiatore, vi potrà lasciare con una riflessione aperta sull’impatto diverso che possono avere i vari media.

Ma se accettate il mezzo, sappiate che poco si perde dell’opera originale in quanto le edizioni BD hanno pubblicato. Il taglio, dicevo, non è quello del film, e questa esperienza sarà quindi un di più, un inoltre, non solo un anche. Tanto di cappello, davvero, agli autori.

C’eravamo tanto odiati – Due di Picche

C'eravamo tanto odiati - Due di Picche

Ho sentito la prima volta Neffa con gli Isola Posse All Stars, e l’ho apprezzato quando i Sangue Misto hanno prodotto le loro ottime cose. E ho seguito, in modo diverso, la carriera di J-Ax, tra gli Articolo 31, le sue tante collaborazioni e le sue recenti uscite da solista. Ho una opinione differente di questi due artisti (per la storia e le tematiche che trattano, ancor prima che per le capacità canore), ma li considero entrambi nomi importanti del panorama musicale in cui si inseriscono. E di entrambi posso citare ben più di una canzone che ritengo ottima.
Quindi per me era una non scelta l’acquisto di questa coproduzione – siglata Due di Picche – comprata tra l’altro NON in digitale, ma in CD (non so se questo però è un vantaggio economico per il duo, oppure no).
Comunque sia, mentirei se dicessi che non sono rimasto un po’ deluso da questo nuovo album – inferiore (a mio parere) al frizzante DecaDance (che mi ha permesso di sentire insieme J-Ax e Jovanotti, altro che C’eravamo tanto odiati con Neffa…), inferiore (sempre a mio parere) a quasi tutte le cose che ho apprezzato di Neffa (nel suo caso, l’ultimo CD “fisico” che ho comprato è Neffa & I Messaggeri della Dopa – ma Alla fine della notte, acquistato in digitale, aveva Il Mondo Nuovo, che è un capolavoro-capolavoro, e che non, qui, proprio non c’è).
Non che non ci sia del buono, chiaro. Duedipicche, La ballata dei Picche e Treni a perdere sono nelle mie corde, e più o meno quello che mi aspettavo da un rapporto a due, tra due voci e due storie così diverse. Il resto, mah, mi fa probabilmente sentire un po’ vecchio – un po’ troppo, probabilmente, distante dal target che J-Ax / Neffa hanno deciso di stimolare questo giro.
Peccato. Continuo a preferire l’acquisto di un album intero (l’ho fatto, in ambito musica hip hop/rap fin troppo spesso) anche quando probabilmente sarebbe più saggio per me premiare gli artisti che stimo, comprando SOLO le tracce che mi colpiscono – ora che con il digitale questa è una scelta assolutamente alla portata di tutti.
Attenderò comunque un prossimo lavoro – con molta curiosità. Chissà che un eventuale secondo disco non mi “ripaghi” anche per quanto mi sembra mancare in questo.

 

 

L’Ombra del Duomo “sbanca” Parole DOC…

Consumatori Coop - Giugno, pagina 16

Cavolo, tutti i giornali fanno titoli ad effetto e per una volta ho voluto provare a farne uno anche io :-)
La realtà – dietro questo “sbanca” virgolettato – è che comunque il progetto Parole DOC (collegato a Coop Estense) continua a dare a questa ormai vecchia antologia davvero molte soddisfazioni. Dopo l’ottima presentazione che abbiamo avuto il piacere di fare ormai un mesetto fa, abbiamo infatti avuto la sorpresa di leggere su Consumatori (la pubblicazione mensile prodotta dalla Coop) che L’Ombra del Duomo è secondo come classifica di vendite in questo periodo. Sia chiaro, l’informazione va relativizzata e non di poco. E’ il secondo più venduto tra i volumi presenti nello spazio Parole DOC – e questo vuol dire che si è piazzato bene, ma con decine di copie. Sia come sia, non c’è motivo di non esserne contenti, ed è almeno doveroso ringraziare (ancora) l’organizzazione dietro all’iniziativa e, perché no, i (tanti?) nuovi lettori che hanno deciso di investire qualche euro per scoprire cosa si nasconde tra le vie nascoste della nostra bella città.

P.S. qui c’è il link al PDF di Consumatori di giugno. Vi consiglio di darci una occhiata – anche solo per scoprire chi è l’autore che invece si è piazzato PRIMO, davanti a noi :-)

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