Questo weekend – non sapendo che in seguito avrei litigato a morte, perdendo, con WordPress & Microsoft Live Writer e che quindi mi sarei pentito del tempo impiegato per questa cosa – ho deciso di ricordare a me stesso quanto fossi geek, valutando astuto investire qualche ora per installare Android sul mio iPhone 2G.
A scatenare in me questo strano desiderio è stato un bell’articolo su iSpazio.net – che ne descriveva i passaggi (articolo tra l’altro traduzione di un pezzo scritto per PCWorld) – mostrando quanto questa operazione fosse in realtà alla mia portata: si trattava infatti “solo” di scaricare file qua e là dalla rete, e lanciare un po’ di comandi da terminale dentro a Ubuntu.
Non starò ovviamente qui a ripetere gli step, ma, nel caso voleste anche voi provare a fare altrettanto, mi permetterò piuttosto a dare qualche dettaglio e commento di contorno.
Perché, ad esempio, dal mio punto di vista NON era affatto chiaro a cosa questa operazione avrebbe portato. Cioè, vale la pena installare un dual boot sul proprio iPhone per avere anche Android?
A posteriori direi che la risposta è NI. Cioè, Android, sul mio 2G va troppo piano (almeno allo stato attuale) da essere una valida alternativa al suo sistema operativo di base e molte delle sue funzionalità non sono accessibili (suppongo per problemi dovuti al fatto che il porting non è ancora completo – e questo era comunque chiaro). Tra l’altro, Android non mi spegne lo schermo, scalda apparentemente parecchio e scarica la batteria più in fretta di iPhoneOS (ma questo magari dipende anche solo dallo schermo).
Rimane comunque qualcosa di curioso da provare, e se siete anche voi un po’ technocuriosi questo può essere un motivo sufficiente per fare il tentativo. Anche perché non sembra ci siano rischi particolari (almeno se si seguono attentamente le istruzioni) e alla fine – avendo un dual boot – si può cmq lavorare con iPhoneOS senza problemi. Notare: tutto viene montato sulla configurazione corrente (se avete un cell già in uno stato jailbroken – con un firmware precedente alla 3.13) quindi non si perde nulla (applicazioni, contatti o altro) a parte un po’ di tempo e di spazio sul dispositivo.
In teoria dovrebbe essere agevole anche la disinstallazione del tutto – ma quella non l’ho ancora provata (aspetterò di aver fatto vedere la cosa a un po’ di amici, prima di valutare un secondo intervento sul cellulare).
Note varie:
– io ho letto la guida di ispazio – ma ho seguito quella di PCWorld. Dal mio punto di vista su quella in italiano c’è un errore (un nome di file sbagliato) quasi all’inizio e, per non dovermi pentire dopo, ho preferito basarmi sull’originale. Magari l’errore su ispazio non c’è – o magari dipende da un file diverso che ho scaricato, chissà. Ma se avete dubbi tenete magari aperti entrambi i siti e leggete tutto da entrambe le parti.
– Ubuntu, 32bit. Davvero. Io ho pensato che quel dato non fosse importante, ma mi sbagliavo. Una parte dei pacchetti è a 32bit e su Ubuntu questo vuol dire che NON girano – perché vi mancano delle dipendenze (libusb, per esempio). Il primo dei due file è utilizzabile anche a 32bit se installate le ia32 (cosa che sotto linux si fa facilmente) ma il secondo dei due eseguibili proprio non sono riuscito a farlo partire. Quindi sono dovuto andare di liveCD (che per quel che ho visto è a 32bit) anche se avevo già una installazione a 64bit
– a partire, Android, ci mette un po’. Non andate in panico e aspettate. Se cmq andate in panico, nessun problema. Mentre parte potete cmq spegnere il cellulare (con i due pulsanti premuti per un po’) e potete tornare al boot. Non succede nulla – o meglio, a me non è successo nulla.
– da me Android mi vede il WiFi – ma non sono riuscito ad usare internet. Magari voi siete più fortunati. Io cmq riproverò – perché magari ho solo dimenticato qualcosa da qualche parte. Ah – il mio 2G manda e riceve messaggi e fa chiamate e le riceve. Di cose negative ce ne sono cmq varie – tra cui il fatto che touch vada un po’ da panico (è stato divertente mettere la chiave di connessione wifi…), la fotocamera non viene vista.
– ho visto ora che ispazio ha questo nuovo articolo che parla di un sistema automatizzato per l’installazione (da Mac). Quindi magari, se vi va, dateci una occhiata – forse potete evitarvi un po’ di cose manuali.