Roar!
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Giusto oggi il mio amico Max mi ha segnalato una vecchia ma bella recensione di un gioco per PC che ho scritto tanto tempo fa (e al quale aveva lavorato anche lui come grafico): Roar.
Un piccolo e frenetico shoot’em up che a metà degli anni 90 mi aveva dato buone soddisfazioni – ottenendo critiche positive e molto interesse in un periodo in cui internet non era diffuso come ora (almeno in Italia). Se vi va di leggere cosa pensava Maurizio Massasso di questa produzione 5212 Entertainment questo è il link: http://www.gameprog.it/?resource=233
Ah, nota di colore. Dato l’hype che questa prima prova aveva generato avevo iniziato a sviluppare una versione 2, con effetti migliori e grafica più grande. Versione mai rilasciata, ma di cui ho ritrovato i sorgenti mentre scorrevo un backup. Facile che, con una spolverata, sia ancora oggi uno scacciapensieri almeno simpatico. Vedremo un po’ :-)
Il link di quella recensione NON è più attivo. Sono riuscito a trovare una copia del testo su WayBackMachine a questo indirizzo: https://web.archive.org/web/20050509071218/http://gameprog.it/?resource=233
Confidando di non fare torto all’autore riporto il testo anche di seguito – cercando di preservare la cosa (anche) in questo modo.
ROAR!!! Il nome fa presagire un bel gioco di corse…e in effetti…non è così! Il gioco in questione è un arcade con visuale dall’alto nel vero senso della parola! Vi trovate alla guida di una navetta spaziale e dovete distruggere tutto quello che vi si para davanti, su uno sperduto pianetucolo da colonizzare (…presente Americani vs. Indiani? Ecco! Solo che le frecce le avete voi!).
Il tutto si presenta come un singolo file zippato che non richiede installazioni o altre amenità simili: all’avvio si crea automaticamente un file di configurazione nella directory in cui si trova (più facile di così…altro che Microsoft!!!). Abbiamo a disposizione tre tipi di missione: eradicare le difese terrestri, abbattere le navicelle aliene oppure (…indovinate un po’?!?!?) eliminare entrambe!!!
Al primo impatto sembra di tornare indietro nel tempo, quando si perdevano le nottate dietro ad Asteroids e al suo degno seguito Blasteroids. Una cosa va detta. In questo gioco lo scrolling dello schermo non è automatico; ovvero non è la mappa che si muove e noi la dobbiamo seguire ma esattamente il contrario, vale a dire la mappa si muove cercando di mantenere la nostra navetta al centro del monitor.
La grafica passa da livelli buoni a discreti. I fondali sono realizzati in maniera veramente buona, al livello delle mappe di Starcraft; si pecca in alcuni dettagli degli sprite (bordino grigio attorno alle astronavi) e nelle esplosioni, forse l’aggiunta di qualche effetto tipo fumo e pezzi che cadono non avrebbero guastato.
Effettivamente risulta poco vario sotto quest’aspetto in quanto troviamo le stesse navi nemiche e lo stesso fondale anche procedendo nel gioco (pur con l’aggiunta, in media, di una nuova nave ogni due schemi) Come nel più classico degli arcade, il gioco è improntato all’immediatezza: prima si spara e poi si ragiona!
Ovviamente più navi e strutture nemiche vengono neutralizzate, più bonus si otterranno, indispensabili per ricaricare gli scudi, fare rifornimento di carburante, riarmare l’artiglieria di bordo e ridare energia alla caffettiera presente in abitacolo!
L’azione di gioco però mi ha lasciato perplesso: inizialmente, quando le navette sono poche e le installazioni ancora meno, ci si trova di fronte ad una difficoltà decisamente bassa (tipo che anche un bambino grasso con le manine impestate di nutella ce la farebbe!) ma poi, con l’avanzare delle missioni, la difficoltà aumenta radicalmente, e si arriva al punto di avere 50 navette di diversi tipi (quelle verdi sono dei veri e propri missili), 20 radar e 10 torrette farcite di cannone! Divertente, ma un incubo!
L’intelligenza artificiale è improntata all’aggressione, ovvero quando noi entriamo nel “range” di una navetta nemica, questa immediatamente acquisisce il bersaglio (sparano anche da dietro!!!!) e inizia a puntare dritto contro di lui (cioè noi! Sigh….). Se il bersaglio si muove la navetta lo segue fino ad arrivare talmente vicino da dovergli orbitare attorno. Con le navette lente non è un problema in quanto vengono rapidamente seminate, aggirate e fatte esplodere (la classica “carne da cannone”) mentre con i sopracitati missili verdi le cose si complicano perché non è facile scrollarsele di dosso e trovare un’angolazione giusta per sparare!
Immaginate quando ce ne sono cinque o sei che vi tallonano! Uno dei problemi principali, infatti, è quello della crescita eccessivamente veloce della difficoltà: livello 1 – I can win , livello 5 (sono 22 in totale..) – Nightmare. Una pecca può essere la gestione delle collisioni: passando sopra un’astronave nemica, non sempre la si “prende”, cosa che negli arcade dall’alto non è contemplata, in quanto il livello di volo è considerato lo stesso per tutti.
Il sonoro è realizzato molto bene, ottime le musiche d’accompagnamento e anche gli effetti rendono bene l’idea. Peccato solo per l’accavallamento dei suoni che, a volte, tronca le esplosioni a metà per eseguire il fuoco dell’astronave (in fondo non tutti hanno a disposizione uno studio di registrazione come quello dei Westwood con 64 piste digitali!).
Concludendo, un gioco accattivante, non semplice ma comunque capace di far passare allegramente i canonici “cinque minuti di pausa mentre il capo non mi vede” se è questo quel che cercate. Inutile parlare di requisiti di sistema: dal P75 in su, tutto va bene (qualche problema si registra sugli swatch da polso, ma verrà fixato al più presto!). P.S.: se qualcuno lo finisce…vorrò conoscerlo personalmente per sapere come c’è riuscito !! :))
A risentirci alla prossima recensione!
Maurizio “Jester” Massasso
Thanx to: Marco “Il_Nero” Parodi